Recentemente è stato pubblicato su JCSM (Journal of Clinical Sleep Medicine) un articolo sui possibili effetti benefici dello zafferano sul sonno, nel quale sono riportati dati ottenuti con un protocollo sperimentale a doppio cieco.

Lo scopo della ricerca era verificare l’ipotesi che un trattamento con zafferano fosse in grado di migliorare la qualità del sonno riducendo l’insonnia.

I risultati ottenuti sono promettenti ed è interessante che gli autori abbiano discusso un punto critico, ossia la conoscenza e riproducibilità del prodotto usato per le pastiglie. I ricercatori hanno utilizzato un estratto standardizzato di zafferano, chiamato “affron“, ottenuto dagli stigmi di crocus sativus, sostenendo l’importanza di utilizzare un prodotto chiaramente caratterizzato.

L’idea di base è più che corretta ed è da sempre il limite dei prodotti naturali: bisogna conoscere con esattezza la loro composizione chimica ed essere in grado di correlarla alla funzione.

Mancano tuttavia informazioni sul prodotto di partenza: sicuramente il sistema di estrazione è molto riproducibile e si tratta certamente di zafferano di classe 1 – come stabilito dai disciplinari – ma questo tipo di analisi ci dice solo che è di alta qualità e con appropriato contenuto in crocine, ma non è in grado di dire quali. Recentemente la composizione chimica dello zafferano è stata definita in esperimenti mirati allo studio di processi neurodegenerativi e condotti in parallelo sia su modelli “in vitro” ed “in vivo” che con analisi chimiche e si è giunti alla conclusione che la migliore efficacia neuro-protettiva si ottiene con zafferani con contenuti percentuali di certe molecole (crocine) ben definiti, che si è capito dipendere non solo dall’origine geografica ma da ben definite tecniche di coltivazione ed essiccazione.

Hortus Novus detiene il brevetto – associato al marchio Repron® – che identifica gli zafferani con efficacia neuro-protettiva.

La ricerca va avanti e, se da un lato conferma l’importanza di utilizzare prodotti di origine naturale per trattare alcune patologie, dall’altra è sempre più chiaro come sia necessario acquisire conoscenze approfondite a molti livelli e che richiedono interazioni strette tra le varie discipline (cliniche, chimiche, fisiologiche, biologia cellulare e molecolare, genetica etc.).

Leggi l’articolo qui.

Leggi le altre news